Senza pietà: l’emblema del disorientamento della donna nel dopoguerra

Senza pietà diretto dal regista Alberto Lattuada nel 1948, racconta la sconvolgente storia d’amore tra una donna bianca e un capitano afroamericano.

Carla Del Poggio e il soldato afroamericano in una scena tratta dal film

Le vicende sono ambientate nella pineta di Livorno. Carla Del Poggio, è Angela, la protagonista ( nella vita moglie di Lattuada) che giunge a Tombolo in cerca del fratello, con la speranza al tempo stesso di costruirsi una nuova vita. La giovane donna, ben presto dovrà scontrarsi con la dura realtà del luogo; un luogo in cui è di stanza un battaglione di soldati afroamericani, un luogo in cui vigono traffici illeciti, il contrabbando e la prostituzione. Angela, è l’emblema del disorientamento della donna nel dopoguerra. Una donna innocente, ingenua, ma al tempo stesso assume dei tratti selvatici. E’ una vagabonda, è sporca, sbadiglia a bocca aperta, ma ha una dolcezza nascosta che appare attrarre il suo amore verso gli animali. Memorabile è la scena d’inizio in cui Angela viaggia in treno verso Livorno e gli appare un cagnolino in corsa e lei improvvisamente spalanca le braccia come se attraverso quel gesto volesse accogliere quell’animale bisognoso di affetto.

Ancora Carla Del Poggio nella scena del treno verso Livorno

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: Il Neorealismo cinematografico italiano a cura di Lino Miccichè (Saggi Marsilio)

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